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Streaming: quanto traffico consuma?

Pubblicato il 08.02.2019

Non solo YouTube. In Italia, l’utilizzo dei servizi di streaming audio e video ha avuto una crescita piuttosto rapida negli ultimi anni. L’avvento della casa connessa, con smart speaker e smart TV, ha aiuto la rapida diffusione di piattaforme dedicate all’erogazione di contenuti di intrattenimento in streaming. Che si tratti di musica, video – o entrambe le cose – siamo sempre più dipendenti da questo genere di servizi.

Il loro utilizzo è immediato, rapido e – soprattutto – spesso non è gratuito. Certo, esistono diversi abbonamenti freemium, ma le versioni gratuite sono limitate nelle funzionalità disponibili e costringono l’utente a sorbirsi pubblicità durante lo streaming. Per questo motivo, si tende a preferire – quando possibile – il pagamento di una quota mensile per godere a pieno di quello che la piattaforma può offrire.

Il costo mensile non è l’unico onere che un servizio di streaming di musica o video può avere. Infatti, tendenzialmente è meglio sfruttarli sotto connessione WiFi, in modo da non rischiare di prosciugare il proprio abbonamento dati, ma questo non è sempre possibile. Ecco che allora bisogna stare attenti: la possibilità di terminare la quota di GB  di traffico dati – disponibile ogni mese – in pochi giorni potrebbe essere concreta, anche se chiaramente dipende dal tipo di abbonamento stipulato dall’utente.

Ma quanto consuma un servizio di musica o video in streaming, in realtà? Quanto traffico serve per ascoltare un’ora di musica? Quanti MB servono per godersi una partita di calcio? Abbiamo analizzato i principali fornitori di contenuti video e musicali, misurando i loro “costi” in termini di traffico dati.

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